The Photo Solstice torna nel 2025 con la sua settima edizione e sceglie l’Isola di Culuccia come nuovo scenario per il suo viaggio nella fotografia contemporanea. Curato da Marco Delogu e promosso dalla piattaforma AR/S – Arte Condivisa della Fondazione di Sardegna, The Photo Solstice VII si svolgerà dal 18 al 22 giugno 2025 e sarà costruito attorno a un workshop rivolto a dieci fotografe e fotografi selezionati tramite open call internazionale e condotto dall’artista e docente statunitense Matthew Connors.

Il workshop, intitolato The Ordering of Intensities, sarà dedicato alla costruzione di progetti fotografici consapevoli, lavorando sull’affinamento del linguaggio visivo, sull’elaborazione narrativa e sul montaggio di sequenze. Ogni partecipante sarà invitato a sviluppare la propria ricerca a partire dal territorio dell’isola, in un contesto che alternerà momenti di produzione, revisioni collettive, esercizi di editing e dialoghi critici.
Particolare attenzione sarà riservata alla forma del photobook come spazio espressivo, attraverso tecniche narrative mutuate dal cinema e dalla letteratura. Il workshop si svolgerà interamente in lingua inglese.

L’Isola di Culuccia, sede del workshop, è un lembo di terra sospeso tra mare, macchia mediterranea e silenzi arcaici, situato nel nord della Sardegna tra Santa Teresa e Palau. È in questo contesto che i partecipanti saranno invitati a relazionare la propria visione al paesaggio, lavorando sul concetto di intensità visiva, sulla forma libro e sulla narrazione fotografica, secondo il metodo proposto da Connors. Il workshop sarà accompagnato da un programma pubblico di incontri e dialoghi che affiancherà il percorso dei partecipanti.

L’open call per partecipare al workshop è aperta fino al 1° giugno 2025 e si rivolge a fotografe e fotografi di ogni età e provenienza. Per candidarsi sarà necessario inviare un portfolio di 10–20 immagini, un testo di presentazione in inglese e un curriculum vitae sintetico. La partecipazione è gratuita.

Programma

T R A C E S di Vanessa Winship e George Georgiou

21.06 – 30.09.2024

Il programma multidisciplinare di talk, lecture, eventi aperti al pubblico e workshop della sesta edizione di The Photo Solstice, che si terrà a Cagliari venerdì 21 e sabato 22 giugno, include anche la mostra Traces di George Georgiou e Vanessa Winship, a cura di Marco Delogu e dedicata alla costa occidentale e alle aree interne della Sardegna.

Il progetto Traces è l’esito di un’esperienza di residenza e produzione fotografica sul territorio sardo, promossa dalla Fondazione di Sardegna e che rientra nel programma di AR/S – Arte Condivisa “Commissione Sardegna”, che negli anni ha portato sull’isola i fotografi Marco Delogu, Guy Tillim, Pino Musi, Paolo Ventura, Tim Davis e Olivo Barbieri, sostenendone la ricerca e producendo le opere.

Dalla fine degli anni Novanta, il duo Georgiou – Winship lavora congiuntamente a progetti a lungo termine su ritratti, paesaggi, reportage e fotografia documentaria, nell’Europa orientale e negli Stati Uniti.
Dopo aver vagabondato insieme a George Georgiou per circa dieci anni (dal 1999) nei Balcani, in Turchia e nei territori del Mar Nero, vivendoci e realizzando lavori che hanno incontrato il consenso di pubblico e critica, Vanessa Winship raggiunge il meritato successo con una serie di ritratti realizzati in Anatolia dal titolo Sweet Nothings (2007), un progetto che rappresenta una svolta fondamentale nell’approccio formale della fotografa britannica: abbandona la fotografia intimista e di reportage in 35mm e passa al ritratto in banco ottico, quindi ad una fotografia ancor più lenta e riflessiva, che le vale un primo premio al World Press Photo nella sezione ritratto, il Photographer of the Year ai Sony World Photography Awards, il National Portrait Gallery Prize e infine l’Henri Cartier-Bresson Award.

Il workshop

MATTHEW CONNORS

The Ordering of Intensities

Photo by Claudia Gori

È un artista visivo statunitense il cui lavoro fotografico esplora le relazioni tra immaginazione, linguaggio e potere, spesso nel contesto di crisi politiche. Il suo approccio fonde documentazione e invenzione formale, mescolando ritratti, paesaggi e simboli in sequenze che sfidano le convenzioni narrative e spingono verso una lettura stratificata delle immagini.

Le sue opere sono state esposte in istituzioni internazionali come il Museum of Modern Art (MoMA) di New York, il DOX Centre for Contemporary Art di Praga, il Museum of Contemporary Photography di Chicago, il Contemporary Arts Museum di Houston, e il Storefront for Art and Architecture di New York.
Il suo libro Fire in Cairo, realizzato in seguito alla Rivoluzione egiziana del 2011, ha ricevuto l’ICP Infinity Award nel 2016 come miglior libro fotografico.

Ha ricevuto borse di studio e residenze presso la MacDowell Colony, il Virginia Center for the Creative Arts, il Bemis Center for Contemporary Arts e il Headlands Center for the Arts. Nel 2024 è stato insignito del prestigioso Rome Prize dall’American Academy in Rome. Dal 2004 insegna fotografia al Massachusetts College of Art and Design di Boston, dove coordina il programma di laurea in Fotografia. Ha inoltre insegnato nei corsi MFA di Yale University e nel programma Image Text Ithaca.

LA CULUCCIA

L’Isola di Culuccia si trova nel nord della Sardegna, tra Santa Teresa e Palau, affacciata sulle Bocche di Bonifacio. Per oltre settant’anni è stata abitata da una sola persona, Angelo Sanna – noto come Ziu Agnuleddu – che ha vissuto in isolamento sull’isola allevando animali, coltivando vigne autoctone e rifiutando ogni proposta di speculazione turistica. Alla sua morte, nel 1996, l’isola è stata donata all’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e, dopo un periodo di transizione, è stata acquisita nel 2017 dall’imprenditore torinese Marco Boglione.

Oggi Culuccia è un luogo protetto, vincolato a livello ambientale, oggetto di un progetto di rigenerazione agricola e paesaggistica che rispetta la storia e la morfologia dell’isola. Il recupero degli stazzi, la riapertura dei sentieri originari, il lavoro sulla biodiversità e l’uso sostenibile delle risorse rendono questo spazio un osservatorio eccezionale per rileggere il rapporto tra natura, memoria e trasformazione.

Organizzazione